Vermiglio
Raramente un film riesce a scavare così in profondità, toccando quelle corde segrete che abbiamo custodito a lungo. Eppure, quando sullo schermo prendono vita i ricordi che ci siamo costruiti attraverso i racconti di chi amiamo e di chi ci ha cresciuti, accade qualcosa di magico: è come se tutto, d'un tratto, diventasse autentico.
Il film Vermiglio, diretto da Maura Delpero, ha dato forma alle storie che mia mamma, classe 1917 e residente nel paese protagonista dell’opera, mi raccontava la sera. Spesso parlava della vita durante la Grande Guerra, delle incertezze di quel periodo e della speranza che alcune persone sapevano infondere. In particolare, ricordo la figura di un maestro che, pur nella sua severità, riusciva a trasmettere una serenità particolare. Questa figura l’ho ritrovata nel maestro Graziadei: un uomo inizialmente rigido e autoritario, ma che con il tempo rivela un’anima attenta e generosa, non solo nei confronti dei suoi figli – ma indistintamente - dell’intera comunità. Grazie ai suoi insegnamenti, egli dona dignità a ciascuno e fiducia nel futuro.
Osservare ciò che era solo nella mia mente prendere vita sullo schermo è stato straordinario, così come ammirare i paesaggi che in Vermiglio diventano personaggi a sé stanti. Le inquadrature sulla Presanella, sui boschi, su Velon e Cortina, accompagnate da un silenzio quasi surreale, rendono il panorama essenziale. È proprio il silenzio potente del film a conferire armonia a ogni scena. Non ci sono urla né drammi eccessivi; le emozioni sono contenute, ma cariche di significato. I protagonisti vivono le loro esistenze nel rispetto della tradizione, confrontandosi con il cambiamento. Gli attori riescono a esprimere questa complessità con una naturalezza disarmante, dimostrando che l'innocenza può coesistere con le difficoltà quotidiane.
Così, anche la montagna, in sé, rappresenta una sfida, e in essa si percepisce il fluire della vita, il duro lavoro che accompagna ogni giornata e il passare delle stagioni. Le varie sfaccettature della natura, riprese nel film, scandiscono e ritmano tutto, rendendo ancora una volta il paesaggio protagonista della narrazione. Vermiglio non è solo un omaggio a questi luoghi, ma abbraccia anche un impegno verso la sostenibilità ambientale. Le riprese sono state condotte con particolare attenzione all'impatto sull’ambiente, un aspetto che gli è valso il riconoscimento del Green Film Awards, premio che celebra le produzioni sensibili alla tutela dell'ambiente.
La visione di Maura Delpero ha reso possibile non solo la celebrazione della nostra storia e dei nostri straordinari territori, ma ha anche aperto una finestra su di essi, portando il nostro mondo a una platea globale, da Hollywood alle proiezioni più intime. Come mi raccontava e mi insegnava mia madre, e come ci indica la famiglia Graziadei, Vermiglio ci invita a riflettere sull’importanza di restare legati alle nostre origini mentre ci proiettiamo verso l’ignoto. Le storie di una Comunità e il loro legame con la terra diventano così l’essenza di un racconto che parla a tutti noi, rivelando un patrimonio da condividere e celebrare, un’eredità da trasmettere alle generazioni future con gratitudine silenziosa e profonda.
Foto di Lucky Red
Foto di Lucky Red
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